I 2 S&P500: non è tutto oro quel che luccica
Facendo una analisi attenta dell'indice principale Usa si può riscontrare una peculiarità che ha condizionato non poco i rendimenti da inizio anno.
Un’importante società di
consulenza di Wall Street ha preso la sorprendente decisione di interrompere la
pubblicazione dei Target di prezzo dell'S&P 500, citando che l'indice
"non ha più senso" come punto di riferimento. Questa mossa riflette
le crescenti preoccupazioni sull'efficacia degli obiettivi a livello di mercato
nell'odierno panorama degli investimenti. La performance dell’S&P 500 è
diventata sempre più dominata da un piccolo numero di grandi titoli, rendendolo
meno rappresentativo del mercato più ampio. Questa decisione evidenzia un
cambiamento nel modo in cui alcuni istituti finanziari stanno affrontando
l’analisi di mercato e la comunicazione con i clienti, sottolineando la
necessità di approfondimenti sugli investimenti più sfumati e mirati.
L’S&P 500 è cresciuto di ben
il 17%, da inizio anno in una delle migliori performance di SEMPRE in un anno
elettorale. Allo stesso tempo, l’indice S&P 500 Equal-Weight (proxy
azionario medio) è cresciuto solo del 4%. In particolare, il 40% delle aziende
S&P 500 sono in calo quest’anno.
Per non parlare delle valutazioni
tramite P/E che le magnifiche 7 condizionano in maniera chiara, lo vediamo nel
grafico sotto. Anche ai tempi della bolla di internet le due curve s’allargarono
ma in quel caso internet era una mania diffusa su tutto il Nasdaq. Speriamo che
questa volta in presenza di dati societari deludenti delle Grandi i flussi di
riversino sulle piccole più promettenti.