Rumori e confusione
Pubblicato da Alessio in analisi mercati · Mercoledì 13 Mag 2020 · 3:30
Tags: revenge, shopping, covid, Trump, Cina, Moody's, Fitch, Banche, sonsumatori, junk, bonds
Tags: revenge, shopping, covid, Trump, Cina, Moody's, Fitch, Banche, sonsumatori, junk, bonds
Alla fine di aprile avevo proposto il grafico del mercato americano individuando e tracciando le linee guida per il mese di maggio. Le candele che si sono aggiunte tra le due freccette sono le settimane passate dove si evidenzia che il mercato è entrato in una fase di momentanea pausa pronto per andare a trovare una base più solida per la ripartenza e dare l’occasione, a chi ancora non si è riposizionato sui settori più promettenti di rientrare.
Del resto, il mercato, che guarda sempre avanti, ad aprile ha scontato una veloce ripresa delle attività produttive e commerciali e l’uscita dal lockdown per la maggior parte dei Paesi. Adesso che nel mese di maggio il mondo cerca di risvegliarsi serve un qualcosa per giustificare il vecchio adagio “sell in news” una volta che si verificherà l’evento.Ecco che entrano in scesa quelli che potremmo definire i “Bossi boys” prendendo spunto dal leader della Lega che era abilissimo a muovere la Borsa Italiana anni fa con le sue esternazioni, sempre pronto poi a tornare sui suoi passi velocemente.
Di sicuro il Maestro indiscusso fra quelli che creano rumore e generano confusione è Trump che imperversa, quando gli interessa, con i suoi tweet risvegliando la guerra commerciale con la Cina o licenziando giornalmente i suoi consiglieri. Ma contribuiscono anche le dichiarazioni dei virologi di presunta fama mondiale che si assurgono a policy makers.
I nostri politici probabilmente creano confusione non deliberatamente ma perché proprio non sanno cosa fare se non distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi dell’economia reale con colpi ad effetto e regolamenti di conti fra di loro.La scorsa settimana era la settimana del giudizio e l’abbiamo superata indenni perché “il professore”, l’agenzia di rating Moody’s si è data malata, o forse più probabilmente ha preferito fare un favore alla BCE per non complicare la situazione europea già troppo ingessata.
Tuttavia, non bisogna nascondere che i titoli di stato italiani già quotano come i junk bonds e ne è una riprova il downgrade arrivato questa mattina da Fitch sulle banche italiane Unicredit, Intesa e Ubi e l'aumento dei rendimenti dei BTP questa mattina nelle diverse aste. Si può ipotizzare che il rendimento per il BTP salva Italia che verrà annunciato venerdì abbia una cedola intorno all'1,15%.
Ci può confortare, mal comune mezzo gaudio, che oggi pure la tedesca Commerzbank e l’olandese ABN Amro sono in difficoltà per dati molto deludenti.Tralasciando l’operato della magnifica task force di 450 consulenti guidata da Colao che è riuscita a partorire solo le misure di distanziamento fra gli ombrelloni in spiaggia, che apre a sempre maggiori dubbi… (potrò girare il lettino senza commettere reato quando il sole si sposta?), spero che anche in Italia possiamo assistere al fenomeno del Revenge Shopping.
Ultimamente la parola reverse è stata abbinata a comportamenti molto brutti e delittuosi ma questa volta potrebbe rappresentare una ventata di speranza.
Sarà necessario valutare la reazione degli italiani alla riapertura dei negozi, delle boutique e dei loro brand preferiti e, in questo senso, quanto essi accantoneranno per acquisti mirati a contrastare la routine acqua-sapone-tuta su cui si è fondato il nostro #restiamoacasa. In Cina l’effetto è stato tanto drastico da essere categorizzato come “Revenge Shopping”. Un esempio che è finito su molte testate giornalistiche è quello della boutique di Hermès a Canton, analizzato dal “China daily”, che in un solo giorno ha fatturato circa 2,7 milioni di dollari, fatturato mai raggiunto prima da un negozio in Cina.
Anche se una rondine non fa primavera sarà importante valutare quanto si sono modificati i comportamenti dei consumatori in questi 3 mesi di ”astinenza” obbligata anche in considerazione della profondità della gravità della crisi che sta colpendo il popolo delle piccole imprese e dei professionisti, ma questo lo valuteremo solo in autunno.